E così, una mattina di fine novembre, mentre te ne stai
immerso nelle tue pratiche a lavoro pensando a cosa mangerai per pranzo, il tuo
cellulare squilla.
Numero sconosciuto, di solito non rispondi tanto sarà il
solito call center con la proposta per “chiamate internet tv via cavo social
network streaming musicale” a due spicci al mese per un anno intero. Ma
stavolta, non sai nemmeno perché, premi il pulsante e rispondi al telefono.
“Giovanni? Sono Danilo, della Alter Ego Edizioni…”
Mentre cerchi di mettere a fuoco la situazione ti parla del
manoscritto che hai inviato alla casa editrice qualche mese prima, dicendoti
che lo ha ricevuto e finito di leggere.
A quel punto, dimenticato il call center, ti prepari
mentalmente al rifiuto che stai per ricevere, ti siedi, sfoderi il tuo sorriso migliore anche se
l’interlocutore non può vederti, e cerchi di mantenere il tono di voce stabile
e dignitosamente fermo.
“Noi vorremmo pubblicartelo…”
Un momento.
Questo non è un rifiuto.
Questa è la chiamata.
LA CHIAMATA!
Quella che ogni aspirante scrittore sogna di ricevere prima
o poi, e che spesso aspetta invano per anni.
A quel punto tutti i tuoi sforzi si concentrano per farti
restare calmo e non metterti a saltare e urlare di gioia facendo un’enorme
figura da sfigato di fronte a quello che sarà il tuo editore.
Parli a voce contenuta, ti esprimi per monosillabi anche se
ogni tanto ti scappa qualche risatina isterica e un gridolino di gioia, e ti
godi quell’epico momento che hai sognato per così tanto tempo.
Ascolti le modalità di pubblicazione, ti senti dire parole
come “contratto”, “editing professionale” e “grafico di copertina” che
risuonano nelle tue orecchie come la musica più da sballo che tu abbia mai
ascoltato.
Nella tua mente avevi immaginato e vissuto questa scena un
milione di volte, figurandoti come sarebbe andata e quali sarebbero state le
cose più intelligenti da dire.
Ma a questo punto stracci il copione e ti lanci in
un’improvvisazione di getto che magari non è perfetta come avresti voluto, ma
che è comunque una gran figata, di gran lunga meglio la realtà della fantasia.
Alla fine riagganci il telefono, ti chiedi un paio di volte
se non ti sei sognato tutto, e alla fine sì che ti metti a saltare di gioia.
Dopo una mezz’ora di esultazioni e di telefonate a destra e manca
per condividere la gioia ti siedi e ti godi il momento.
E a quel punto la vocina che hai nella testa e che ti ha
spinto per tanti anni ad andare avanti senza mai fermarti o cedere allo
scoraggiamento ti parla, e senza tanti giri di parole ti mette davanti a quella
che da quel momento in poi sarà la tua nuova realtà.
“Giovà, ce l’hai fatta. Sei uno scrittore.”
E so' soddisfazioni!
RispondiElimina