mercoledì 23 marzo 2016

La Chiamata

E così, una mattina di fine novembre, mentre te ne stai immerso nelle tue pratiche a lavoro pensando a cosa mangerai per pranzo, il tuo cellulare squilla.
Numero sconosciuto, di solito non rispondi tanto sarà il solito call center con la proposta per “chiamate internet tv via cavo social network streaming musicale” a due spicci al mese per un anno intero. Ma stavolta, non sai nemmeno perché, premi il pulsante e rispondi al telefono.
“Giovanni? Sono Danilo, della Alter Ego Edizioni…”
Mentre cerchi di mettere a fuoco la situazione ti parla del manoscritto che hai inviato alla casa editrice qualche mese prima, dicendoti che lo ha ricevuto e finito di leggere.
A quel punto, dimenticato il call center, ti prepari mentalmente al rifiuto che stai per ricevere,  ti siedi, sfoderi il tuo sorriso migliore anche se l’interlocutore non può vederti, e cerchi di mantenere il tono di voce stabile e dignitosamente fermo.
“Noi vorremmo pubblicartelo…”
Un momento.
Questo non è un rifiuto.
Questa è la chiamata.
LA CHIAMATA!
Quella che ogni aspirante scrittore sogna di ricevere prima o poi, e che spesso aspetta invano per anni.
A quel punto tutti i tuoi sforzi si concentrano per farti restare calmo e non metterti a saltare e urlare di gioia facendo un’enorme figura da sfigato di fronte a quello che sarà il tuo editore.
Parli a voce contenuta, ti esprimi per monosillabi anche se ogni tanto ti scappa qualche risatina isterica e un gridolino di gioia, e ti godi quell’epico momento che hai sognato per così tanto tempo.
Ascolti le modalità di pubblicazione, ti senti dire parole come “contratto”, “editing professionale” e “grafico di copertina” che risuonano nelle tue orecchie come la musica più da sballo che tu abbia mai ascoltato.
Nella tua mente avevi immaginato e vissuto questa scena un milione di volte, figurandoti come sarebbe andata e quali sarebbero state le cose più intelligenti da dire.
Ma a questo punto stracci il copione e ti lanci in un’improvvisazione di getto che magari non è perfetta come avresti voluto, ma che è comunque una gran figata, di gran lunga meglio la realtà della fantasia.
Alla fine riagganci il telefono, ti chiedi un paio di volte se non ti sei sognato tutto, e alla fine sì che ti metti a saltare di gioia.
Dopo una mezz’ora di esultazioni e di telefonate a destra e manca per condividere la gioia ti siedi e ti godi il momento.
E a quel punto la vocina che hai nella testa e che ti ha spinto per tanti anni ad andare avanti senza mai fermarti o cedere allo scoraggiamento ti parla, e senza tanti giri di parole ti mette davanti a quella che da quel momento in poi sarà la tua nuova realtà.

“Giovà, ce l’hai fatta. Sei uno scrittore.”

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